Project Description

Sicilia – Isola delle Femmine – Palermo

L’AVVENTURA CONTINUA
di Fabio Paparelli
Foto di Fabio Paparelli

Sicilia da scoprire
e a-mare

Ci siano appena lasciati alle spalle la “secca dei misteri“, posto incantato, mai esplorato da nessuno. Luogo in cui eravamo partiti per esplorare il noto (la flora) e che ci ha abbagliato ed inebriato grazie alla bellezza dell’ignoto più grande.

Oggi, invece, è la volta di un relitto a largo dell’Isola delle Femmine, comune italiano della città metropolitana di Palermo. Relitto Loreto, meglio conosciuto dagli abitanti del posto come “la nave dei schiavi“.

Correva l’anno 1942, alle ore 17:32. Il sommergibile britannico Unruffled lancio il primo siluro che mancò l’obiettivo finendo contro gli scogli. Il secondo, invece, colpì il piroscafo francese. In meno di 12 minuti il Loreto scivolò sul fondo del mare portando con sé 123 vittime.

L’equipaggio erà composto da 50 uomini ed a bordo c’erano anche 350 prigionieri indiani.

La nave degli schiavi giace a tutt’oggi in perfetto assetto di navigazione su un fondale di circa -85 Mt.

Immersione

Ma torniamo a noi!

Come ben sapete, prima di immergerci è nostra consuetudine pianificare al meglio il ruolo di ogni membro del team e le dovute attrezzature necessarie per far si che l’immersione risulti una piacevole scoperta….
… eccoci sopra il relitto!

L’abile Riccardo riesce a piazzare l’ancora a pochi metri nonostante il mare non fosse dalla nostra parte.

Max e Riccardo si imbattono per primi in questa nuova avventura, ma riemergono immediatamente per avvertirci che c’era una corrente piuttosto forte verso sud, pertanto bisognava rimanere attaccati alla cima di discesa.

Ci prepariamo io e Lorenzo, poi è il turno di Marco e Davide.

Appena mi ritrovo con la testa sott’acqua inizio a sgonfiare il gav per percorrere la discesa.

Il mio cuore inizia a pulsare intensamente, riesco a rivivere i racconti sentiti a cena la sera prima, dal pescatore che era a pochi centinaia di metri dalla nave.

Intorno ai -45 mt inizio ad intravedere la sagoma, il relitto prende sempre più forma.

Mi salta subito all’occhio il castello e mentre lo guardo penso che in risalita dalla stiva, gli dedicherò qualche scatto.

Mi trovo in stiva con Lorenzo che mi illumina il ventre del piroscafo. Riesco ad intravedere dei fusti enormi che forse contenevano del carburante.

Troviamo infinite gomme di camion buttate qui e li, che non capisco se fanno parte del relitto o se sono state buttate in un secondo momento, e il perche!

Continuo l’esplorazione con la presunzione di dirigermi nella sala macchine. Nulla da fare, non trovo l’ingresso! Peccato.

Dedico un po’ di tempo per eseguire qualche scatto, poi decido di risalire per soffermarmi sul ponte, quindi la cabina comandi.

Avendo fatto un bel tempo di fondo la prima cosa che posso non fare a meno di notare è la decompressione accumulata ( ovviamente ho tenuto sotto controllo i tempi di fondo e TTS ) Tanta… Ma io avevo ancora uno scatto da fare! Faccio una bella pinneggiata veloce e nel frattempo con la lampada, richiamo l’attenzione di Lorenzo che subito inizia a seguirmi.

Velocemente arriviamo sul ponte per fare qualche scatto, poi ci spostiamo sulla prua dove Lorenzo si posiziona lateralmente per illuminarla al meglio, ma la prua è talmente grande da risultare in penombra anche con l’ausilio di due lampade. Poco conta, io riesco comunque a effettuare il mio preziosissimo scatto!

Io e Lorenzo iniziamo subito la risalita per smaltire la nostra deco.

8 minuti per arrivare a -85 metri, 35 minuti di permanenza sul fondo per un totale di 155 minuti TTS ( total time stop ) di decompressione da smaltire dai -35 metri ai -6 metri. tempo totale passato in acqua 198 minuti.

Al prossimo puccio

 

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